Preveniamo muffe e condense: meglio un freno al vapore o una barriera al vapore?
In generale l’applicazione di uno schermo freno vapore e di una membrana traspirante, rispettivamente sotto e sopra il materiale coibente previsto in copertura, proteggono la struttura dalla formazione di fenomeni di condensa.
Nella scelta della tipologia di SMT da utilizzare va tenuto conto dell’apporto specifico di umidità dei locali definiti secondo la Norma UNI EN ISO 13788:2003.
La norma definisce un metodo di riferimento per determinare la temperatura superficiale interna minima dei componenti edilizi per evitare la crescita di muffe; metodo che può essere utilizzato anche per la previsione del rischio di altri problemi di condensazione superficiale. La norma indica anche il metodo per la valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del vapore acqueo e le relative condizioni al contorno da utilizzare nei calcoli.
Nella tabella sono riportate le classi di riferimento per gli SMT in funzione dell’apporto di umidità degli ambienti interni di un edificio e i valori Sd per gli schermi freno o barriera al vapore da impiegare sotto il coibente e quelli per la membrana traspirante da utilizzare sopra il coibente.
Per locali con alto apporto di vapore acqueo si dovrà ricorrere all’utilizzo di schermi barriera vapore sotto il coibente; un impianto di ventilazione meccanica sarà consigliato per evacuare il vapore accumulato nell’ambiente.
Bisogna comunque ricordare che l’utilizzo di una barriera al vapore sul lato interno dei pacchetti costruttivi per evitare la condensa interstiziale o la muffa superficiale, a seguito della verifica dell’assenza di muffe o condense interstiziali come richiesto dal Decreto Requisiti Minimi (DM 26/06/15, allegato 1 articolo 2.3, comma 2), non è sempre indispensabile.
L’uso indifferenziato della barriera al vapore, infatti, potrebbe far ottenere risultati esattamente opposti a quelli desiderati, come ad esempio:
- lasciare dei passaggi incontrollati d’aria e vapore acqueo a causa di una errata posa in opera o di perforazione casuale potrebbe creare degli ingressi indesiderati d’aria e, conseguentemente, di vapore, che produrrebbero condense difficili da smaltire, proprio per la presenza della barriera al vapore stessa;
- impedire in inverno un benchè minimo passaggio di vapore acqueo attraverso la superficie rivolta verso l’interno dei sistemi costruttivi potrebbe creare ristagni di umidità che con una minima variazione di temperatura (es. un ponte termico o un flusso d’aria fredda non controllato proveniente dall’esterno) potrebbero dare il via alla formazione di muffe;
- impedire in estate lo scambio di vapore acqueo tra l’interno e l’esterno dell’involucro edilizio potrebbe creare accumuli di umidità all’interno dei tamponamenti perimetrali verticali o inclinati della costruzione, peggiorando l’efficienza energetica dell’edificio.
Inoltre, l’utilizzo di una barriera al vapore non richiesta progettualmente e non correttamente posata potrebbe comportare:
- un abbassamento del comfort abitativo,
- l’aumento della conducibilità termica dei materiali con il conseguente decadimento delle trasmittanze termiche delle strutture,
- la compromissione della tenuta fisica, meccanica e strutturale dei materiali impiegati per la costruzione.